Viaggio in Kazakistan: alla scoperta di Almaty e dei luoghi iconici del popolo nomade kazako.

Il sole del Kazakistan nel Charyn canyon
Il sole del Kazakistan nel Charyn canyon

“Il tuo cuore è come uno specchio. Se non lo tieni pulito distorcerà il mondo riflesso.” (Abaj Kunanbaev, poeta kazako)

 

La cultura nomade dell’Asia centrale è ricca di proverbi sorprendenti.

«Se incontri qualcuno cerca di renderlo felice, forse è l’ultima volta che lo vedi», dove al culto dell’ospitalità della steppa si unisce la certezza che il bene fatto produce altro bene.

Un altro quasi evangelico dice: «Se ti picchiano con una pietra, rispondi con un invito a pranzo».

Ad evidenza il “pastore errante dell’Asia” di Giacomo Leopardi potrebbe benissimo essere un pastore kazako.

E magari chiamarsi come il grande poeta e pensatore kazako Abaj Kunanbaev: «L’uomo non può essere uomo senza avere la percezione dei misteri visibili e nascosti dell’universo, senza cercare una spiegazione per ogni cosa.»

Una cultura nomade tramandata oralmente fino dal 19° secolo; poi è arrivato Kunanbaev (1845–1904) che, attraverso la composizione di liriche nella lingua nazionale e la traduzione dei grandi classici russi, può essere oggi riconosciuto come il padre fondatore della letteratura del Kazakistan.

Abaj Kunanbaev
Abaj Kunanbaev

Una cultura fortemente influenzata da inizio ‘900 dalla cultura russa, che in parte ha travolto ma in gran parte arricchito quella del paese delle steppe.

I kazaki ancora oggi parlano e studiano il russo quanto la propria lingua di origine.

Al contrario del vicino Uzbekistan non si sente, almeno non ancora, la voglia di un ritorno forte alle origini e di elevare le proprie tradizioni e la propria cultura al posto di quella dell’era sovietica.

Probabilmente questo è dovuto al passaggio soft all’indipendenza, con un governo che non ha cambiato l’entourage al potere intorno a Nazarbhayev (presidente del Kazakistan indipendente per ben 29 anni e prima ancora direttore del consiglio dei ministri della Repubblica Socialista Sovietica del Kazakistan dal 1984 fino al 1989) ed ha permesso il mantenimento di una sorta di stabilità, in un paese che sicuramente è più ricco dei suoi vicini che si trovano in Asia centrale, grazie alle forti esportazioni di gas e petrolio.

Oggi al potere si trova Toqaev (presidente dal 2019) e anche questo passaggio di potere si è svolto nel segno della continuità con il suo predecessore, segno di stabilità e stimolo per i paesi che hanno intenzione di investire in Kazakistan.

 

Almaty centro culturale del paese.

Almaty vista dall'alto
vista su Almaty

Questa è Almaty, capitale storica del paese, quasi due milioni di abitanti, la città più popolosa del Kazakistan.

Situata sulle pendici dei monti di Alatau, presso la frontiera con il Kirghizistan, è stata capitale dello Stato fino al 1997 per poi cedere lo scettro ad Astana, più centrale e con un potenziale di sviluppo urbanistico importante.

Almaty, già riferimento in epoca sovietica, presenta un tessuto economico sviluppato ed è sede di un’università e di un’accademia delle scienze.

Non è un caso se molti paesi europei hanno scelto di insediare qui i propri avamposti culturali come il Goethe Institut tedesco, l’Alliance française d’Almaty e da novembre scorso l’Istituto di cultura italiano diretto da Edoardo Crisafulli.

istituto cultura italiano di Almaty
istituto cultura italiano di Almaty

Nella nostra conversazione con Crisafulli abbiamo scoperto che, in questo particolare momento storico, fare conoscere la cultura italiana (prima Dante e poi la mostra del design italiano appena terminata) e creare parallelismi e modalità corrette di comparazione tra la cultura locale e la nostra, possono attivare quelle sinergie e quei legami che aprono le porte di un paese a prima vista molto lontano, ma che ha tanta voglia di conoscere e farsi conoscere.

mostra sul design italiano
mostra sul design italiano

Anche per quanto riguarda l’arte, Almaty sta avendo un forte sviluppo. Lo testimonia la costruzione dell’Almaty Museum of Modern Art che dovrebbe essere inaugurato nel 2025.

Inoltre ad Almaty si trova il museo statale delle arti Kasteyev, il più grande museo d’arte del Kazakistan. Inaugurato nel 1976, ha una collezione di oltre 23.000 opere, tra cui arte storica e contemporanea del Kazakistan, opere dell’era sovietica e russa in generale, dell’Europa occidentale e dell’Asia orientale.

museo Kazayev arte tradizionale kazaka
museo Kasteyev arte tradizionale kazaka

Ai margini del Panfilov Park , da vedere anche il Museo degli strumenti musicali folkloristici, dedicato soprattutto a chi è interessato ad approfondire la cultura dei popoli della steppa.

All’interno di una costruzione modellata a metà tra l’isba di legno russa e la pagoda giapponese, sono custoditi oltre mille strumenti musicali, alcuni risalenti al XVII secolo. Si possono ammirare i “dombra”, le “chitarre” a due corde kazake, e i “kobyz”, strumenti a due corde con cassa di risonanza concava. Questi due strumenti hanno avuto un forte impatto sulla cultura dell’Asia centrale e si ritrovano anche in molti dipinti che parlano della cultura kazaka.

strumento musicale tradizionale kazako
nel quadro sopra (esposto al Museo Kasteyev) una stilizzazione del dombra, strumento musicale tradizionale kazako.

Un po’ di storia.

Fu fondata ai piedi delle montagne del Tien Shan con il nome di Forte Zailiysky da un gruppo di cosacchi proveniente da Omsk nel 1854.

A causa di un devastante terremoto nel 1887 la città venne quasi completamente rasa al suolo e solo la cattedrale russo-ortodossa rimase in piedi.

Negli anni venti, dopo il completamento della ferrovia tra la Siberia e il Turkestan, Alma-Ata, il nome con cui era conosciuta all’epoca, conobbe un certo benessere economico per essere un’importante stazione della tratta sopracitata e nel 1929 divenne la capitale della Repubblica Socialista Sovietica Kazaka.

Il nome “Almaty” significa in kazako “il posto con le mele”, infatti nella regione circostante la città, la grande diversità genetica tra le mele selvatiche (alma) suggerisce che la mela “domestica” sia originaria del Kazakistan sud-orientale.

auto iconica con le "mele di Almaty"in centro città
auto iconica con le “mele di Almaty”in centro città

Interessante ricordare come nel 1991 il trattato che pose fine all’Unione Sovietica e istituì la Comunità degli Stati Indipendenti venne firmato ad Alma-Ata. Alla fine di quello stesso anno la città acquisì la denominazione kazaka di Almaty, divenne capitale della nuova repubblica e rimase tale fino al 1997, quando le funzioni furono trasferite ad Astana.

Almaty rimane comunque la più grande città kazaka e il più grande centro commerciale della nazione.

Mappa Kazakistan e posizione Almaty
Mappa Kazakistan e posizione Almaty

Almaty e la sua apertura al mondo.

Nel 1978 Alma-Ata fu sede della conferenza internazionale sull’assistenza sanitaria al termine della quale venne adottata la dichiarazione di Alma Ata sull’assistenza sanitaria primaria, organizzata da OMS e UNICEF e patrocinata dall’Unione Sovietica.

La sua vera apertura al mondo si può inserire nel contesto post indipendenza, con la candidatura nel 2005 ad ospitare i Giochi olimpici invernali del 2014 che, nella votazione tenutasi nel 2007, furono poi aggiudicati alla città russa di Soči.

Nell’occasione sono stati realizzati vari impianti sportivi rendendo Almaty una stazione sciistica specializzata nello sci nordico con gli impianti di Shymbulak. In seguito la città ha ospitato nel 2011, assieme ad Astana, la VII edizione dei Giochi asiatici invernali. Inoltre la città si è ricandidata, senza successo, per ospitare le Olimpiadi invernali del 2022.

Almaty ha ospitato la 28° Universiade invernale svolta nel 2017 e il campionato internazionale di sci per i giornalisti a marzo 2024.

Universiadi-invernali-Almaty-2017
Universiadi-invernali-Almaty-2017

Oggi Almaty vive la sua evoluzione con orgoglio, mantenendo ancora tratti post sovietici nelle architetture e nelle ristrutturazioni incerte del centro città e delle pipeline gialle che si vedono ovunque a bordo strada. Questi luoghi fanno da contraltare alle nuove costruzioni commerciali e residenziali della periferia.

la funicolare che parte dal centro di Almaty
la funicolare che parte dal centro di Almaty
pipeline almaty
pipeline alla periferia di Almaty (foto Maurizio Quarta)

Una città ancora sospesa tra era post-sovietica e modernismo occidentale

arte contemporanea in centro ad Almaty
arte contemporanea in centro ad Almaty

Sport invernali: la stazione sciistica di Shymbulak.

Shymbulak è la più grande stazione sciistica dell’Asia centrale e si trova a circa mezz’ora di distanza da Almaty. Si trova nella catena montuosa Zailiisky Alatau ad un’altitudine di 2.200 metri e raggiungibile con una comoda ovovia di collegamento alla base degli impianti. È popolare per il suo clima mite e la grande quantità di neve durante la stagione invernale (che da queste parti va da novembre a maggio).

le piste di Shymbulak
le piste di Shymbulak

Le aree sciistiche si estendono su quasi 1 km di dislivello e 12 km di piste dove si trovano tre impianti di risalita con il più alto arriva fino a 3200 metri. Molto suggestivo l’Hotel che affitta camere in cima alle piste e permette anche di pernottare agli sciatori che si trovano sulle piste solamente con tuta, sci e scarponi.

Il passo Talgar (3.200 metri) è il punto più alto della stazione sciistica.

le camere sul passo Talgar
le camere sul passo Talgar

Nel novembre 2021, la stazione sciistica di Shymbulak ha tenuto una cerimonia di apertura degli impianti in notturna sul Passo Talgar e lo scorso anno il contesto ha compiuto 70 anni di storia e attività.

Ricordiamo il volo diretto Milano-Almaty di Neos che ha supportato il Gis (Giornalisti italiani sciatori), con la squadra italiana che ha partecipato e vinto medaglie al 69° campionato internazionale di sci organizzato a marzo 2024 dallo Scij (Ski Club International des Journalistes) sulle nevi di Shymbulak.

Almaty “fondente” e green market

Per gli amanti del cioccolato una scoperta di Almaty è l’attenzione alle diverse tipologie, sia fondente che al latte. Friabile e simili per gli italiani al cioccolato di Modica, per chi vuole saperne e gustarne di più è indispensabile una visita alla fabbrica di cioccolato Rakhat, un must assoluto. Una delle più grandi fabbriche di cioccolato del paese, nata 1942 partendo con la produzione di distillati e oggi un riferimento a livello nazionale e non solo. Per chi vuole solo farne incetta è possibile visitare il negozio in centro vicino al green market di cui andiamo subito a parlare.

cioccolato kazako
cioccolato kazako

Il “Bazar Verde” è un grande mercato con una ricca storia, situato nel centro di Almaty, il commercio sul sito di questo bazar iniziò nel 1868.

Distrutto dopo un terremoto è stato poi ricostruito, ma l’apertura di nuovi luoghi di commercio in città ha contribuito alla perdita del significato precedente del bazar.

Nel 1927 fu ricostruito e ribattezzato il mercato centrale di Kolkhoz, ma la gente del posto preferì chiamarlo Bazar Verde.

Negli anni prebellici, il bazar vendeva bestiame, frutta e verdura, latticini e negli anni ‘ 70, fu costruito un edificio coperto con il padiglione principale da 800 posti a sedere. Oggi si riscontra un vivace commercio e il bazar verde stupisce con la varietà di merci e il flusso infinito di persone, creando la sua atmosfera colorata unica con la sua atmosfera da Asia centrale che attrae un gran numero di turisti.

green market Almaty
green market Almaty

I canyon e la steppa: l’anima del Kazakistan.

Abbiamo voluto lasciare in fondo l’esperienza di esplorazione dei dintorni mozzafiato della città.

Almaty è circondata da maestose montagne e offre agli amanti della vita all’aria aperta una miriade di possibilità.

Il popolo nomade kazako continua in questi luoghi a portare avanti le proprie tradizioni, ad esempio con il lavoro dei pastori che ci propongo il loro modo di vivere, in mezzo a paesaggi semilunari, con il tempo cadenzato dallo spostamento delle greggi in valli differenti e che nei paesi occidentali associamo a quella idea di “la vita lenta” tanto agognata quanto distante.

pastori kazaki nella steppa
pastori kazaki nella steppa

In questo modo abbiamo “abituato” i nostri occhi ai paesaggi desertici che a tratti ricordano i canyon americani.

Per l’Asia centrale il Canyon di Charyn rappresenta una delle più belle attrazioni naturalistiche, sicuramente la principale della misteriosa provincia di Almaty.

il fiume in fondo al canyon
il fiume Charyn in fondo al canyon

Qui, maestosi e prepotenti, si innalzano verso il cielo i meravigliosi castelli di pietra che caratterizzano l’intera area. Un paesaggio che si estende per circa 90 chilometri con questi imponenti edifici di pietra che sembrano costruiti dall’uomo.

le montagne di pietra disegnate da fiume e vento
le pinnacoli di pietra disegnati da fiume e vento

Un pittoresco e suggestivo set cinematografico dove il regista si chiama madre natura, con ben 12 milioni di anni di tempo per creare la meraviglia.

Il sole del Kazakistan nel Charyn canyon
Il sole del Kazakistan nel Charyn canyon

Quella che è conosciuta anche come “Valle dei Castelli” è parco nazionale nel 2004, un luogo dove il fiume Charyn ha scolpito le rocce calcaree che oggi si presentano come torri imponenti, contraddistinte da striature di colori che variano dall’ocra al rosso, acquisendo sempre nuovi colori, forme e dimensioni.

le rocce "sospese" sul canyon
le rocce “sospese” sul canyon

In fondo alla valle l’oggi placido fiume Charyn offre una riva di sassi e sabbia, in cui gli avventurieri possono godersi dal basso lo spettacolo dei pinnacoli e di rocce già in bilico da millenni, vero spettacolo della natura.