L’Italia immaginata alla radio: Lagonegro, il borgo dove il tempo “non si è fermato”.

Lagonegro borgo
Lagonegro borgo

“Io ce l’avevo nella memoria tutto quanto, ero io stesso il mio paese: bastava che chiudessi gli occhi e mi raccogliessi… per sentire che il mio sangue, le mie ossa, il mio respiro, tutto era fatto di quella sostanza e oltre me e quella terra non esisteva nulla.” (Cesare Pavese)

“Il tempo è morto fintanto che è scandito da piccoli ingranaggi. Solo quando l’orologio si ferma il tempo prende vita.” (William Faulkner)

 

Siamo sulla Salerno-Reggio Calabria. Oggi questo tratto ha il bellissimo nome di “Autostrada del Mediterraneo”. Fino a qualche anno fa era considerata uno dei tormentoni di Isoradio per i ventennali lavori di ammodernamento durati dal 1997 al 2016. I conseguenti rallentamenti hanno fatto diventare questa tratta un altro ricordo a cui attingo nel mio personalissimo cassetto della memoria.

Dal cassetto spuntano tanti luoghi poco noti che si trovano sul percorso della A2. Uno di quelli che ha solleticano la mia fantasia è stato sicuramente il tratto Lagonegro – Buonabitacolo Padula. Per la cronaca parliamo di tre comuni ben distinti.

Oggi scopriamo Lagonegro, comune che si trova a metà strada tra Salerno e Cosenza, situato in un punto nevralgico dei collegamenti vìari della Basilicata sud–occidentale ed è, in modo particolare, zona di transito per i viaggiatori che si spostano tra Campania e Calabria.

A  Lagonegro “il tempo non si è fermato”, anzi lo si aiuta a scandire ore, minuti e secondi. Infatti una delle maggiori curiosità è come questo luogo sia uno storico centro per la creazione di orologi da campanile o da torre, con la famiglia Canonico che li produce da oltre 140 anni per palazzi e monumenti in Italia e nel mondo.

orologio da torre Lagonegro
orologio da torre Lagonegro

Lagonegro (Launìvere in dialetto lucano) è un comune italiano di circa 5 mila abitanti della provincia di Potenza, in Basilicata.

mappa Lagonegro
mappa Lagonegro

Sorge su un colle a 666 metri di altitudine nel territorio della Valle del Noce al confine con la provincia di Salerno e vicino anche ai comuni della Calabria settentrionale.

Nel suo territorio con la vetta del Monte Sirino si può arrivare a oltre 2 mila metri (2005 s.l.m.). A metà strada tra il mare e le montagne, la zona è molto ricca di sorgenti.

Le origini del nome ci parlano di Lacus Neruli, che derivava da Lacus Niger, indicando un lago che era detto “nero” per il riflesso nell’acqua dell’ombra degli alberi che lo circondavano, di cui oggi non si hanno più tracce.

La nascita di Lagonegro risale probabilmente al X sec., poiché il paese è citato nella bolla di Alfano, (arcivescovo di Salerno), nel 1079, come facente parte della diocesi di Policastro. In origine il centro fu abitato da una comunità di monaci basiliani, poi fu fortificata dai Longobardi di Salerno e dopo la conquista normanna fu assegnata alla contea di Lauria.

lagonegro_strade_centro_storico
lagonegro_strade_centro_storico

Storicamente i monaci basiliani di origini bizantine si insediarono sulla rupe del castello con il nome di Lacus Niger, con la chiesa di San Nicola in cui si narra che sia stata sepolta Lisa del Giocondo, la Monna Lisa di Leonardo da Vinci.

Molto suggestiva la porta di ingresso al borgo denominata : “Porta di Ferro” la cui parte in pietra è stata rifatta nel 1552, al di sopra della porta c’è lo stemma della città post-feudale: S. Michele Arcangelo che uccide il drago.

Interessante ricordare come con l’avvento di un’ondata rivoluzionaria che scosse l’Europa nell’ottocento, qualche decennio dopo nel 1848, nel Regno delle Due Sicilie ci furono episodi di emigrazioni verso il sud America. Da Lagonegro tra il 1848 e il 1855 centinaia di famiglie si avventurarono espatriando nel nuovo continente americano, precisamente a Chacabuco in Argentina (città oggi gemellata con Lagonegro), fondata insieme ad altri conterranei dei paesi limitrofi calabresi e campani. Oggi la città di Chacabuco conta 43.000 abitanti.

Nella cultura di Lagonegro vi è la festività dedicata alla Madonna delle Nevi alla quale è stata dedicata un santuario che ogni anno richiama molti fedeli con la sua statua viene portata a spalle sul Monte Sirino.

Pellegrinaggio Monte Sirino
Pellegrinaggio Monte Sirino