L’Italia immaginata alla radio: scopriamo Ala “Città di Velluto” e Avio con il suo Castello patrimonio FAI.

Castello di Avio Patrimonio FAI
Castello di Avio Patrimonio FAI

“E sentì il velluto della sua voce quando gli disse –sei tornato– dolcemente –sei tornato.“ (Alessandro Baricco, Seta).

“Oh stagioni, oh castelli. Quale anima è senza difetti?” (Arthur Rimbaud)

 

Continua il nostro viaggio su e giù per le autostrade con “l’Italia immaginata alla radio”. Oggi percorriamo il tratto in direzione Brennero, quello che è solito bloccarsi per il traffico dei vacanzieri legati alla montagna. I forzati dello sci che nel fine settimana intasano le autostrade in direzione confine, per arrivare primi sulle piste delle meravigliose Dolomiti.

La memoria corre alle lunghe ore di coda trascorse in questi luoghi, vedendo cartelli e ricordando alcuni tormentoni di Isoradio, come “rallentamenti Ala-Avio confine di Stato direzione Brennero”.

Cartelli e nomi che tornando alla mente in maniera prepotente. In attesa di smaltire a coda, il cartello “svincolo Ala-Avio”, due comuni che distano tra loro 7 km, ci permette di andare a conoscere questa zona ubicata nell’estremo sud della provincia autonoma di Trento.

Ala è un comune italiani di circa 9 mila abitanti situato nella provincia autonoma di Trento, allo sbocco della Valle dei Ronchi in Vallagarina.

Ala panoramica del borgo
Ala – panoramica del borgo

Fino alla prima guerra mondiale, la cittadina fu un’importante stazione di confine fra l’Italia e l’Impero austro-ungarico. In questo luogo ostarono personaggi come Napoleone BonaparteBenito MussoliniWolfgang Amadeus Mozart.

Il borgo di Ala si trova nell’estremo sud della provincia di Trento, dista dal capoluogo circa 40 km, e una quindicina da Rovereto, altra importante città di riferimento per la zona. Confina a sud con il Veneto ed in particolare con le province di Verona e di Vicenza.

L’Adige bagna con le sue acque il territorio comunale prima di arrivare in pianura padana.

Si pensa che il nome Ala possa derivare da una popolazione etrusca a cui si riferisce l’Itinerarium Antonini quando menziona un insediamento chiamato “Ad Palatium”.

Il borgo è sicuramente di origine romana e in epoca imperiale era già noto come crocevia di commerci.

Ala centro storico
Ala centro storico

In epoca medioevale, il centro era diviso sostanzialmente in due zone: l’una attorno al castello (andato distrutto nel corso del Medioevo) e l’altra più a valle.

Nel Cinquecento si sviluppa significativamente il commercio, con la coltivazione del gelso e del baco da seta. Attività nata durante la dominazione veneta e un secolo più tardi integrata con la produzione del velluto di seta destinato al mercato europeo. Iniziò quindi un notevole periodo di ricchezza che durò fino al Settecento, ancora riscontrabile nel tessuto urbanistico realizzato fra il Seicento ed il Settecento.

A cavallo tra ottocento e novecento Ala è frontiera italo-austriaca con presenza di case di spedizione, alberghi e guardie di finanza da entrambe le parti. Questo periodo comunque prospero finisce con lo scoppio della Grande guerra e i successivi spostamenti di confini. Ala fu una delle prime località ad essere conquistate dal regio esercito italiano nel 1915 insieme ad Avio.

Famosa nel Settecento per la produzione dei velluti di seta, Ala conserva ancora oggi un’atmosfera barocca. Fiori all’occhiello del borgo, un centro storico tra i più belli del Trentino e il Museo del Pianoforte Antico.

museo del pianoforte antico
museo del pianoforte antico

Ala, ribattezzata la “Città di Velluto” nel Settecento, nel 2007 ha ricevuto la Bandiera arancione da parte del Touring Club Italiano. Il suo centro storico, uno dei più ben conservati del Trentino, d’estate si anima in occasione dell’omonimo evento “Ala Città di Velluto”, durante il quale piazze, palazzi e giardini si aprono a spettacoli d’arte, musica e poesia.

Ala città di velluto
Ala città di velluto

Andiamo adesso a visitare Avio, comune italiano di circa 4 mila abitanti. Dal punto di vista geografico è il comune più meridionale della Regione Trentino-Alto Adige.

Avio faceva parte fin dall’epoca longobarda della corte del Monastero di San Colombano del Priorato di Bardolino dipendente dall’Abbazia di San Colombano di Bobbio in provincia di Piacenza.

il borgo di Avio
il borgo di Avio

I monaci evangelizzarono il territorio favorendo l’espansione dei commerci, dell’agricoltura (specie la vite e l’olivo), del sistema di pesca, e della cultura, introducendo importanti innovazioni ed aprendo vie commerciali.

Avio, “Avi” in dialetto trentino, diventa importante con la signoria dei Castelbarco che nel 1198 vengono investiti del castello. Alla morte senza discendenti di Ettore Castelbarco, il vicariato di Avio, insieme a quelli di Ala e Brentonico, passa sotto il dominio della repubblica di Venezia. Questo fatto viene salutato in modo molto positivo da entrambe le parti: se i veneziani avevano bisogno di una base per espandersi a nord, gli abitanti della zona ottennero una certa autonomia che produsse un periodo d’oro.

La Serenissima si dovette ritirare da Avio, come dal resto del Trentino meridionale, nel 1509. In seguito Avio fu incorporato nel dominio degli Asburgo. Durante la prima guerra mondiale il paese fu occupato dal Regio Esercito Italiano pochi giorni dopo l’entrata in guerra dell’Italia, rimanendo sotto il controllo degli italiani fino alla fine della guerra.

Avio oggi è zona di produzione di numerosi vini, tra i quali il Pinot Grigio, lo Chardonnay, il Marzemino e l’Enantio, quest’ultimo autoctono della zona.

Nel territorio di Avio fino al 1918 si trovava la sede della dogana austriaca al confine con il Regno d’Italia.

Molto interessante e da visitare il Castello di Avio, o Castello di Sabbionara, che si erge in cima ad uno sperone roccioso. Si affaccia sulla Val Lagarina, attraversata dal fiume Adige. Si tratta di uno tra i più noti ed antichi monumenti fortificati del Trentino, inserito nei luoghi del FAI.

panoramica_castello-di-avio
panoramica castello di avio

Le prime fonti storiche che riportano l’esistenza di una fortezza costruita in questo luogo, denominata Castellum Ava, sono datate addirittura 1053. Sulla parte destra si erge una torre denominata “Picadora” perché, secondo la tradizione, sulla terrazza venivano impiccati i condannati.

Interessante dal punto di vista storico il libro di Mario Peghini “Avio 1914-1918: un paese tra due frontiere: da periferia dell’Impero austro-ungarico a “terra redenta”, presente esclusivamente nella Biblioteca comunale di Avio.