Luoghi e modi di dire: passare il Rubicone.

Giulio_Cesare
Giulio_Cesare

“L’acqua di un fiume si adatta al cammino possibile, senza dimenticare il proprio obiettivo: il mare.” (Paulo Coelho)

Per la rubrica di Latitudini “luoghi e modi di dire” andiamo ad indagare sul significato del detto “Passare il Rubicone”.

Non prima però di avere identificato dove si trova il fiume Rubicone, perché di fiume si tratta.

Il Rubicone è un piccolo fiume a regime torrentizio dell’Italia settentrionale lungo 35 km, che scorre nella provincia di Forlì-Cesena.

Inizia il suo corso poco a monte di Sogliano al Rubicone, incrociando la via Emilia all’altezza di Savignano sul Rubicone, per poi continuare verso nord est e sfociare nel mar Adriatico a sud di Cesenatico, per la precisione dividendo i territori comunali di Savignano sul Rubicone a sud e di Gatteo a nord.

Era conosciuto come Fiumicino fino al 1933, anno in cui è stato riconosciuto come il famoso fiume attraversato da Giulio Cesare nel 49 a.C.

Rubicone tragitto fiume

Rubicone tragitto fiumeMa cosa vuole significare il modo di dire passare il Rubicone?

Lo abbiamo sicuramente sentito o letto almeno qualche volta nella vita, perché si tratta di un modo di dire di uso davvero comune.

Quali sono le origini di questa frase? Qual è il contesto storico in cui è nata e perché la usiamo ancora oggi?

In senso figurato può voler dire “prendere una decisione definitiva, fare un gesto decisivo che impegna a una determinata linea di condotta, che segna un punto di non ritorno”.

Questo per dire che si farà come fece Cesare passando il Rubicone contro il volere del senato romano.”

La storia infatti narra di Giulio Cesare che, nel 49 a.C., tornando dalla sue campagne in Gallia, giunse al confine tra quelle che veniva definita la “Gallia cisalpina” e l’Italia propriamente detta, che combaciava, nella parte nord orientale, con le rive del fiume Rubicone, fra Cesena e Rimini.

cartina_nord_Italia_rubicone
cartina nord Italia Rubicone

Nessuno, investito di cariche militari, poteva varcare in armi il confine del territorio romano senza l’autorizzazione del Senato.

Cesare non attese l’autorizzazione, che tardava ad arrivare, e decise di attraversare il fiume agendo di propria volontà e infrangendo perciò la legge.

Dal canto suo il Senato aveva ordinato al condottiero di sciogliere l’esercito e di rinunciare ai poteri acquisiti in Gallia, perché temeva il condottiero.

In questa occasione Giulio Cesare agì insubordinatamente e pronunciò una frase che ancora oggi è famosissima e tuttora usata sia nella sua versione latina che nella sua traduzione italiana: “Alea iacta est”, vale a dire il “dado è tratto”.

Cesare marciò dunque armato su Roma, dando inizio alla guerra e diventando di lì a poco dittatore di Roma.